Vangelo

Il Vangelo della Domenica

dal Vangelo secondo Giovanni 21,1-19 (breve 21,1-14)
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: ...

III DOMENICA DI PASQUA (C)
Questo Vangelo così bello è ricco è tutto immerso in un’atmosfera quasi inafferrabile, anche se parla di atti concreti. Sono i primi passi della Chiesa e si sente ancora lo smarrimento degli Apostoli, smarrimento che non nega la gioia per ciò che hanno visto, ma tutto è troppo grande per la loro povertà. Non si erano dispersi; non avevano ripiegato le loro tende, non avevano chiuso i loro bagagli per tornarsene alla loro vita, alle loro case, dopo una bella, ma drammatica avventura. Gesù li aveva ricondotti in Galilea, ma loro non si erano separati. 
Quello che avevano vissuto insieme li aveva legati in un unico corpo, anche se non sapevano cosa fosse il loro futuro. “Vado a pescare”, dice Pietro. Torno alla mia vita di prima, a quella barca che tante volte ha trasportato Gesù. “Veniamo anche noi con te”. Così si è costituita la Chiesa. Uomini che rimangono uniti nel ricordo, solidali nel lavoro. Prima di Gesù ognuno aveva la sua barca e rassettava le sue reti. Ora hanno imparato qualcosa di piccolo, di semplice, ma di essenziale. “Con te”, non da solo, non pensando solo al mio interesse. Anche se così poveri e smarriti vivevano dell’essenziale delle parole di Gesù, del Dio con noi; e si tenevano gli uni con gli altri.
Ma quella notte non presero nulla. Fallimento dell’esperimento, dei primi tentativi? No di certo. Insegnamento alle future generazioni che la Chiesa di Cristo non la si riconosce dal successo e dalla quantità di pesci raccolti nelle reti. Quella sarà la grazia di Gesù, non l’opera degli uomini. Agli uomini Gesù ha chiesto di volersi bene gli uni gli altri e così avrebbero portato il Regno dei cieli sulla terra.
“E’ il Signore”! Anche se quasi invisibile, irriconoscibile, la meravigliosa messe che la Chiesa saprà raccogliere nei granai del Signore non è merito della sua abilità umana; in caso della comunione fra fratelli. E ogni incontro col Signore trova il suo apice in una comunione. Gesù a quei pescatori che hanno faticato di notte offre una colazione; domanda loro il frutto della loro fatica. Tutto è suo; ma lui si fa sempre, anche nel suo corpo glorioso, nostro servo. “Videro un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane”. Gesù continua a servire i suoi fratelli e a condurli alla Comunione.