Fermo immagine di Alberto Abbà

Lui era il milanese

Ascoltare le storie è un buon modo per arricchire il proprio tempo. Lo si può fare in molti modi, di persona meglio, ma non sempre è possibile, a causa di disponibilità, presenza, distanze.
Mi sono imbattuto curiosando fra i podcast  (registrazioni audio) nella storia di Lorenzo il milanese, in carcere per la prima volta quando aveva dieci giorni di vita, a causa del padre. Un’eredità questa che purtroppo trasmessa al figlio.
Nell’adolescenza la prima rapina e poi quaranta lunghi anni dentro e fuori dal carcere.
I rapporti difficili, i lutti inaspettati, le bugie, le regole e i codici di una vita parallela, il denaro, l’adrenalina del proibito. 
Un giro d’Italia dietro le sbarre. Luoghi tristi popolati da persone che hanno commesso reati e che hanno colpe, ma che il sistema non pensa a redimere. In questo viaggio destinato spesso ad uno schianto ai duecento all’ora contro un muro o a riprendere la vita fuorilegge di prima, avviene un incontro che apre porte e crea scenari inaspettati. Le persone che cambiano il destino di Lorenzo hanno nomi di donna. La prima crea una distrazione dai soliti pensier e l’impegno in una redazione, la seconda è la scoperta dell’amore, dopo storie in cui era sempre mancato.
Scoprire che il sentimento è evasione è un dono che cambia vita e prospettive. 
Quattordici le puntate, da ascoltare. In auto, passeggiando, preparando la cena o sorseggiando una birra in poltrona. Quella voce entra e fa vibrare. Brividi, emozioni. Lorenzo è uno su mille è una linea retta spezzata è l’eccezione di un sistema malato.
Ma nel mondo dei “statisticamente irrilevante” è il riscatto possibile.
Servono creatori di fessure e di brecce e luce che possa entrare.
Servono mani aperte che vanno verso e altre che si aggrappano. Non lasciare la presa fa tutta la differenza del mondo.
albiabba@libero.it