Io sto con gli animali di Andrea Avagnina

Inverno in arrivo sulle Alpi

Anche se ultimamente gli inverni sono stati piuttosto miti è comunque risaputo che la stagione fredda rappresenti il periodo più critico per i suoi abitanti, costretti a combattere il gelo, la scarsità di cibo ed i predatori.
Una delle forme di difesa più evidente anche ai meno esperti è il cambiamento del mantello o piumaggio, cosa che peraltro accade anche ai nostri animali domestici che non devono certo affrontare i rigori dell’invero come i loro “parenti” che vivono in natura.
E così il sottopelo si fa più fitto e spesso per trattenere il calore corporeo e migliorare l’impermeabilizzazione, ma il mutamento più appariscente consiste in moltissimi casi nella variazione più o meno accentuata della suo colorazione e non sempre per la stessa ragione.
Se il mantello degli ungulati, camoscio in primis, si fa più scuro allo scopo di attirare maggiormente i raggi solari a totale beneficio della temperatura corporea, in altri casi si assiste allo schiarimento di pellicce e piumaggi fino ad arrivare al bianco candido di alcune specie, trasformazione che fornirà ai diretti interessati un perfetto mimetismo nella neve, importantissimo sia per le prede che potranno così sfuggire agli attacchi che per i predatori, più facilitati nelle fasi dell’agguato.
Gli esempi più classici sono l’ermellino, la lepre variabile e la pernice bianca, tutti e tre caratterizzati da una colorazione invernale splendidamente bianca.
A volte però, quando la neve tarda ad arrivare, tale cambiamento può diventare un’arma a doppio taglio.
Pochi giorni fa ero appostato a 2.500 metri vicino ad una pietraia nella speranza che apparisse un ermellino, quando, dopo un paio d’ore ore, il piccolo carnivoro si è presentato all’appuntamento regalandomi momenti e foto indimenticabili…ma anche una certa apprensione nei suoi confronti dal momento che la livrea bianca in un contesto non innevato lo rendeva troppo visibile a distanza mettendo a rischio la sua incolumità.
Ritornando a casa ho trovato una ragione in più per sperare in una stagione “normale” che possa portarci la tanto attesa acqua ed i giusti vantaggi per chi, tra i selvatici, si è già dotato della livrea invernale.