Appello del Pontefice, nella giornata dedicata ai nonni, affinché anziani e giovani crescano insieme

Francesco: no alla solitudine nelle nostre città

Papa Francesco, durante l’Angelus di domenica scorsa ha evidenziato l’importanza di una nuova alleanza tra giovani e anziani. Un incontro all’insegna del dialogo sotto l’ispirazoine preziosa dello Spirito Santo

Nell’omelia della messa per la III Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, celebrata domenica 23 luglio nella Basilica Vaticana, il Papa ha esortato a coltivare le relazioni con chi è avanti negli anni perché ci sia uno scambio fecondo tra generazioni. 
Gli anziani sono le “radici di cui i più giovani hanno bisogno per diventare adulti”, occorre allora che ci siano scambi proficui e costruttivi fra le diverse generazioni e soprattutto che la terza età non venga emarginata e isolata. 
Nella sua omelia, Francesco si è soffermato, in particolare sulle relazioni fra giovani e meno giovani, da coltivare e far crescere, e guardando al mondo di oggi, ed ha esortato ad avere cura degli anziani, a non dimenticarli.
Stiamo attenti che le nostre città affollate non diventino dei “concentrati di solitudine”; non succeda che la politica, chiamata a provvedere ai bisogni dei più fragili, si dimentichi proprio degli anziani, lasciando che il mercato li releghi a “scarti improduttivi”. Non accada che, a furia di inseguire a tutta velocità i miti dell’efficienza e della prestazione, diventiamo incapaci di rallentare per accompagnare chi fatica a tenere il passo. Per favore, mescoliamoci, cresciamo insieme.
Nel grano buono e nella zizzania anziani e nonni devono vedere le “tante cose belle” realizzate nella vita e le “sconfitte”, gli “errori”, accogliendo “con serenità e pazienza il mistero della vita”, suggerisce Francesco, non vivendo “di rimpianti e di rimorsi”, lasciando a Dio “il giudizio” e affidandogli tutto.
“La vecchiaia è un tempo benedetto anche per questo: è la stagione per riconciliarsi, per guardare con tenerezza alla luce che è avanzata nonostante le ombre, nella fiduciosa speranza che il grano buono seminato da Dio prevarrà sulla zizzania con cui il diavolo ha voluto infestarci il cuore”
Abbiamo bisogno di una nuova alleanza tra giovani e anziani, perché la linfa di chi ha alle spalle una lunga esperienza di vita irrori i germogli di speranza di chi sta crescendo. In questo scambio fecondo impariamo la bellezza della vita, realizziamo una società fraterna, e nella Chiesa permettiamo l’incontro e il dialogo fra la tradizione e le novità dello Spirito.
Infine crescono insieme la farina e il lievito della terza parabola del Vangelo odierno, che mescolati fanno “crescere tutta la pasta”, evidenzia il Papa. Questa mescolanza “richiama a quell’arte che è ‘la mistica di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio’, e di ‘uscire da sé stessi per unirsi agli altri’, fa notare Francesco citando la sua Esortazione Apostolica Evangelii gaudium. Ed è ciò che “sconfigge gli individualismi e gli egoismi, e ci aiuta a generare un mondo più umano e fraterno”, e allora occorre “vigilare perché nelle nostre vite e nelle nostre famiglie non emarginiamo i più anziani”, è il richiamo del Papa che incoraggia ad ascoltarsi, dialogare e sostenersi a vicenda e ribadisce ancora di non dimenticare nonni e anziani. “Non possiamo derubricarli dall’agenda delle nostre priorità” conclude Francesco, occorre invece crescere insieme, andare avanti insieme.