4 CHIACCHIERE DAL BARBIERE DI DANILO GIRELLO

“QUANDO UOMINI E MONTAGNE SI INCONTRANO, GRANDI COSE ACCADONO.” (William Blake)

Fin da quando ero piccolo ho sempre desiderato andare sul Monviso. 
Con mamma e papà una volta all’anno si saliva per ammirarlo a Ostana e ricordo che babbo Fede indicandomi la vetta diceva sempre, quando sarai grande c’è la farai ad arrivarci.
Da ragazzino il desiderio cresceva: con la banda dei miei amici andavamo a giocare al campo sportivo di Manta e il Re di pietra da dietro al castello con la sua maestosa sagoma pareva ci salutasse. 
Negli anni seguenti nel mio salone con i clienti è sempre stato argomento di discussione: c’è chi ti dice che per la paura delle vertigini e dell’altitudine mai ci proverebbe a salirlo, tanti altri invece mi confessano di volerlo fare prima o poi. 
Costanzo ha fatto la salita partendo da Saluzzo, Mario con la sua compagnia di Lagnasco ci va in pellegrinaggio tutti gli anni: io mi sono deciso di provarci grazie all’incoraggiamento di don Enrico Brinatti che ogni volta che si è seduto sulla mia poltrona mi ha detto: felicità è stare bene, sentirsi vicino a Dio e risvegliarsi salutando il Monviso. 
Sono salito in vetta tre volte per la via normale parete sud, sempre in compagnia di amici cari, ma soprattutto protetto dalla professionalità di una guida alpina. La prima volta nel 2011, poi nel 2017 e l’ultima poche settimane fa, in un giorno dove il cielo era così blu da sembrare un oceano. 
Per carità niente di eroico se devo fare il paragone ad esempio con la storica guida e gestore del rifugio Quintino Sella Hervè Tranchero che ci è salito 300 volte, ma per me ogni volta è stata un’enorme soddisfazione. 
Quasi arrivato in cima dietro ad uno sperone di roccia intravedi la croce, ancora pochi passi e sei in vetta: per me significa che arrivano lacrime di commozione per la fatica, per il timore della discesa, ma soprattutto arrivati ai 3841 metri il mio cuore sente forte la presenza dei miei cari che non sono più con me. 

“Sulla montagna sentiamo la gioia di vivere, la commozione di sentirsi buoni e il sollievo di dimenticare le miserie terrene. Tutto questo perché siamo più vicini al cielo”
( Emilio Comici)