Io sto con gli animali di Andrea Avagnina

Strigiformi (parte 2)

Il mese scorso abbiamo parlato dell’allocco e del gufo reale, mentre oggi andremo a conoscere la civetta nana e la capogrosso, rapaci notturni dal fascino indiscutibile ma sconosciuti ai più.
Abitante alpino dei freddi boschi d’alto fusto rivolti principalmente a nord, la civetta nana (Glaucidium passerinum), con i suoi appena 16 centimetri di lunghezza ed un peso di 60 grammi, è il più piccolo rapace notturno d’Europa oltreché un vero e proprio residuo glaciale.
Predilige i boschi maturi di conifere (abete bianco, rosso ma anche larice) e nidifica tra i 1000 ed i 1800 metri, utilizzando sia cavità naturali nel tronco che quelle scavate dai picchi, dove tra aprile e maggio la femmina si dedicherà alla cova mentre al successivo sostentamento dei giovani si aggiungerà anche il maschio.
A differenza delle specie simili, la nana è spesso attiva anche nel primo mattino e nel tardo pomeriggio, quando è possibile sentirla cantare ai margini della radura, terreno ideale per la caccia: le sue prede sono insetti, micromammiferi e passeriformi grandi anche quanto lei.
Due macchie bianche sulla nuca, simili a grandi occhi, mirano a dissuadere i suoi predatori, allocco ed astore in primis.
Anche la civetta capogrosso (Aegolius funereus) predilige il medesimo habitat della cugina, pur non disdegnando anche i versanti meno freddi, utilizzando per la riproduzione le tane scavate sui tronchi dal picchio nero. 
Appena più grossa della civetta, deve il suo nome alla testa piuttosto grande con un disco facciale chiaro a forma di 8 su cui spiccano due magnifici occhi gialli con alte sopracciglia che le conferiscono uno sguardo fiero ed intrigante.
La riproduzione ha luogo tra la fine dell’inverno e la primavera precoce e porterà allo sviluppo di 1-3 giovani che dopo un mese circa potranno involarsi. Micromammiferi e piccoli uccelli costituiscono il principale sostentamento di questo strigiforme dalle abitudini prettamente notturne.
Buon Natale a tutti!