Fermo immagine di Alberto Abbà

Nuove rotte

Finire l’anno vecchio camminando ed iniziare quello nuovo camminando.
Il senso è: dedicarsi un tempo, nell’agenda fitta della vita, per fare una cosa che piace e fa stare bene.
Questi ultimi passi fanno parte di un cammino “La Rotta dei Due Mari” che parte da Polignano a Mare e arriva a Taranto, circa 136 km che uniscono il mar Adriatico allo Ionio. 
I cammini tracciati non nascono da soli, ma sono il frutto di un lavoro di cucitura fra comunità e territorio ed i sarti in questo caso si chiamano Elio e Francesco. Scoprire i borghi arrivando a piedi ti permette di degustare con calma, non solo il cibo, ma anche i luoghi, gli scorci, le persone. Quelle del posto che ti raccontano pezzi della loro vita e quelle che come te camminano, con cui si è accomunati da una passione.
Questo cammino è stato una nuova rotta, termine che sa di marinai e di mare. Seguire la rotta è volontà di nave e del suo equipaggio.
Nuove rotte, suona bene e mi piace anche come auspicio per questo nuovo anno.
Nuove rotte, in mondi lontani o vicini, con l’appetito sano e curioso della scoperta.
Nuove rotte per comunicare, senza concentrarsi solo sul grigio (lo sappiamo tutti che c’è) ma provando a raccontare anche gli altri colori, con le proprie sfumature.
Tanti gli esempi, ma ne faccio uno, in tema. Taranto, in questi ultimi anni raccontata in modo triste e univoco, avvolta nei veleni dell’Ilva. Ma Taranto, città dei due mari (grande e piccolo) ha una storia pazzesca di cultura a partire da quei famosi spartani che l’hanno fondata nel VIII secolo A.C. e un presente fatto di bellezze, di vicoli, di piaceri culinari.
E allora prendiamoci un tempo per immaginare, pensare, programmare, costruire, nuove rotte.
Concentrandoci sul significato di “rotte” nell’andare e non su quello delle cose che non vanno perché sono “rotte”. 
albiabba@libero.it