Fermo immagine di Alberto Abbà

Il tramonto a mezzanotte

Le giornate di fine giugno sono le più lunghe. Quel chiaro che si fa presto e se ne va tardi. Quella notte che nel profondo Nord non arriva mai. Il tramonto a mezzanotte riporta ad un evento bello e naturale, di colori a dipingere cieli stellati, come quelli di Vincent. Questo tramonto a mezzanotte invece è il pensiero di una madre nel guardare il cielo notturno di Viareggio di quindici anni fa. L’esplosione di un vagone di GPL in stazione e quel fuoco a bruciare case e strade. Senza chiedere permesso a strappar vite, dentro a letti, auto, bar. 
Nel tempo di un battito di cuore e di occhi o di una corsa giù per le scale trattenendo il fiato con in braccio un figlio. Qualcuno se n’è andato all’istante, altri fra ustioni letali, fuori e dentro.
Le cronache parlano di 32 vittime, di colpe e responsabilità e di quelle parole buttate lì a raffreddare, spersonalizzare, svanire: carrelli, frattura, ruggine, assile, sinistro. 
Ma resta il dolore di chi sopravvive e di chi ha perso qualcuno per sempre. Nulla può riportare a prima di quel tramonto e nessuna giustizia può far tornare a sentire le voci di Andrea, Michela, Aziza, Mario e di tutti gli altri.
Da quella brace e da quella voglia di rinascita nacque l’associazione “Il Mondo Che Vorrei”: un gruppo di persone che non si arrese alla mancanza e al silenzio, ma che si strinse e che continua a portare quel testimone. 
Quel silenzio può essere squarciato in vari modi, uno è quello di Giovanni e di Paolo che sanno raccontare, restituendo vita e dignità. Il loro modo ha la forma di un podcast e il titolo di questo pezzo.
Raccontare non riporta nulla a come era prima, ma in un tempo che corre e cancella, tira fuori dalle macerie e riporta luce.
Il mondo che vorrei è lo spazio di un tramonto, illuminato da ricordi, vivi e presenti, che sanno riscaldare più di un fuoco. 
albiabba@libero.it