Vangelo

Il Vangelo della Domenica

Dal Vangelo secondo Marco 10,17-30

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose...     (...)

28ª TEMPO ORDINARIO (B)

Le logiche di Gesù sono una continua provocazione: annunciano e indicano il sogno di Dio, ben più grande delle scelte che noi facciamo per “assicurarci” un po’ di serenità. 
Come quel giovane, anche noi corriamo spesso da Lui, perché le strade percorse non ci danno il “cuore pieno”. Ci affascina quel qualcosa in più che vediamo sul Suo volto. Noi giriamo tutto in morale, in osservanza di leggi, ovviamente buone, che la religione ci ha consegnato. Eppure, ci manca “quel qualcosa” che Gesù ha. Lo interroghiamo e Lui prova a farci guardare in Alto, a colui che è Buono. Ma noi torniamo a indicare le leggi, perché con esse ci sentiamo più sicuri. 
Allora Gesù azzarda l’incredibile: fissa i suoi occhi dentro gli occhi del giovane. Dio guarda negli occhi i suoi figli: quello sguardo non è e non sarà mai di giudizio, perché “lo amò”! 
A partire da quegli occhi d’amore proporne una risposta: “Lìberati dalle gabbie nelle quali i tuoi tesori ti tengono prigioniero”. Come? “Fatti tu amore nella condivisione con i poveri”. Dunque, il sogno di Dio non è un figlio spoglio di tutto, ma libero e pieno di relazioni gratuite di condivisone nell’amore. 
Quel giovane non ha capito o, forse, ha avuto paura di capirlo, ed ha scelto di tornare alle gabbie dorate, pagando un prezzo pesante: “si fece scuro in volto e se ne andò rattristato”. 
Anche i discepoli non capiscono, si interrogano e interrogano Gesù. È difficile davvero per tutti accogliere quel sogno. Eppure, afferma il Signore, per entrare nel Regno di Dio è necessario passare per la “cruna dell’ago” del suo sogno d’amore. Essi la vedranno quella porta stretta, quando Lui per amore sarà messo in croce, per amore donerà il paradiso ad un malfattore, per amore consegnerà sua madre alla chiesa, per amore griderà: “Nelle tue mani, Padre, consegno il mio spirito”. 
I discepoli, nel cammino ancora malfermo, possono godere del Suo sguardo (“guardandoli in faccia”) che li avvolge con una promessa: a Dio tutto è possibile! E se accogliete nel mio Nome il Vangelo, vedrete moltiplicarsi la vita, già qui, anche in mezzo alle persecuzioni, con la certezza della pienezza nel tempo che verrà. 
Gesù, aiutaci ad essere figli con lo sguardo verso l’alto, verso il Tuo sogno. Aiutaci a non limitarci ad essere figli di una morale senza amori.
Buona domenica.