Saluzzo: Claustrali: un prezioso scrigno anche nella nostra Diocesi

Giornata "Pro Orantibus"

Il 21 novembre, data nella quale si celebra la memoria della Presentazione al tempio della Beata Vergine Maria, si tiene la Giornata “pro Orantibus” (per le claustrali).
Nella nostra Diocesi di Saluzzo, come dovremmo ben sapere, abbiamo la presenza di una Comunità monastica di vita contemplativa, a Revello: sono le Monache Romite dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad nemus. Ad esse giunga, anche attraverso queste pagine, l’augurio per questa ricorrenza. Ricorrenza, cioè fatto che ritorna ogni anno, perché siamo spronati a tenere ben presente che nel Corpo della Chiesa ci sono anche le claustrali, da non ritenersi marginali, perché, come insegna la Parola di Dio, ogni membro ha il suo “compito”.
Se dovessimo riassumere il “compito” delle Romite potremmo parlare della preghiera nella forma dell’intercessione. Intercedere significa chiedere in favore degli altri. Leggiamo nel Catechismo della Chiesa Cattolica: “Nel tempo della Chiesa, l’intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo-che è il perfetto intercessore: - è espressione della Comunione dei santi (C.C.C. n.2635).
Si può dunque comprendere come la clausura sia una “necessità” per vivere la vita consacrata contemplativa e la preghiera di intercessione. Accostando la realtà delle monache, che vivono nella nostra Diocesi, non possiamo non andare al cuore della fede, che è l’Amore sconfinato del Signore per ognuno di noi; Amore del quale le Romite, a loro volta, diventano fonte, perché, come scrive il Papa nella sua ultima lettera enciclica “Dilexit nos” (n. 174), citando Sant’Ambrogio, si deve bere da Cristo affinché abbondi in noi la sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna e Sant’Agostino che dice che il fiume di acqua viva che sgorga dal credente è la benevolenza.
È benevolenza la preghiera delle Romite per tutti e, in particolare, per chi si raccomanda loro tramite chiamata telefonica o visita al monastero, in parlatorio (locale ove si viene ricevuti).
È benevolenza il loro essere monito, seppur silenzioso e nascosto, dell’importanza e dell’indispensabilità della preghiera nella nostra vita di discepoli del Signore Gesù.
È benevolenza lasciarsi “incuriosire” dalla presenza delle monache e, magari, prendere contatto con esse e andare a fare loro visita per affidare qualche intenzione di preghiera di richiesta di aiuto o – perché no?- di ringraziamento e scoprire, nel dialogo con la Madre, che esse sono tutt’altro che “fuori dal mondo”; anzi, proprio perché nello spirito specifico della loro vocazione in costante riferimento al cuore del Signore, sono profonde e attente conoscitrici dell’animo umano, fatto per il quale sovente ricevono domanda di dialogo da parte di parecchi giovani.
Quest’ultimo dato non può che essere motivo di speranza, la speranza che sarà il tema del Giubileo del 2025, invocando dal Signore che le giovani chiamate alla vita consacrata contemplativa trovino, proprio a Revello, il luogo ove si pacifichi la loro inquietudine e nel quale vivere il giubilo della risposta a Colui che nulla toglie e tutto dà, perché, come afferma la scritta sopra l’architrave dell’ultima porta di accesso ad uno dei due parlatori del monastero: “Solo Dio basta”!
ezio giovanni marsengo