Fermo immagine di Alberto Abbà

Signor Inverno

Qualche grado sotto zero, ma nulla di siberiano.
Giornate corte con le ore di buio che vincono quelle di luce. Mani fredde che si strofinano, fiato che si fa nuvoletta, come dialogo nei fumetti. Chiacchiere veloci per strada, fuori dai negozi o dagli uffici, con persone a commentare il meteo e il freddo e che già sognano una nuova estate. 
Fermi tutti, godiamoci l’inverno. Forse abbiamo perso con gli anni il senso più profondo di questa stagione, che chi coltiva la terra e le sue fasi meglio conosce. Il freddo, la neve, il gelo, obbligano il duro terreno ad un meritato riposo. Niente erba da tagliare, frutta da raccogliere, verdura da coltivare. L’inverno obbligava a rallentare e a un periodo a cui ci si preparava in anticipo, con legna al riparo, pronta poi a ravvivare un fuoco e scorte di verdure, dall’orto al freezer, di marmellate, conserve e di vino imbottigliato in cantina. Nei racconti di antiche infanzie anche quelle veglie nelle stalle o di fronte a stufe e camini. 
Stagione di giubotti pesanti, maglioni di lana o moderni pile, guanti, cuffie, sciarpe. 
Piumoni sotto cui rifugiarsi nel letto, copertine da divano.  
Teniamoci stretto l’inverno che non è solo un parco giochi di neve o il fastidio di giornate uggiose, temperature basse e buio presto. 
Tornerà la primavera con le nuove foglie, una bella luce e i fiori.
Tornerà l’estate, con il sole caldo sulla pelle, le camminate in quota, la vita sulle spiagge, il ghiacciolo al limone.
Tornerà l’autunno con il suo carico di sospiri, temperature miti e colori del bosco.
Saper prendere il bello da ogni tempo e tenere le mancanze da parte, per la stagione successiva, che arriverà, come sempre, prima di quanto immaginiamo.
A noi la scelta se vivere oggi o se stare nel perenne inseguimento di quello che non c’è, a raggiungere nulla e a sprecare vita. 
albiabba@libero.it