Acchiappamostre di Anna Cavallera

La mostra della settimana

«Giro di posta. Primo Levi, le Germanie, l’Europa», è l’importante mostra torinese, allestita a Palazzo Madama, dove viene raccontata la ricca rete di corrispondenze che Primo Levi mantenne per oltre vent’anni con lettori tedeschi, intellettuali, amici e persino persone che avevano vissuto Auschwitz da una prospettiva opposta alla sua. 
Curata da Domenico Scarpa e promossa dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi, la rassegna si sviluppa attraverso un percorso espositivo articolato in cinque sezioni tematiche che affrontano diversi aspetti della vita e del pensiero di Primo Levi. Le lettere esposte gettano luce su quasi mezzo secolo di storia europea, soffermandosi in particolare sulla memoria dello sterminio e sulle divisioni della Germania e del continente.
Tra i protagonisti emergono Hermann Langbein e Heinz Riedt, due interlocutori tedeschi con cui Levi sviluppò rapporti significativi, ma non mancano riferimenti alla dimensione personale e intellettuale dei suoi carteggi, dove le lingue italiane, francesi, inglesi e tedesche si intrecciano con immagini, mappe e disegni, offrendo uno sguardo unico sulle connessioni culturali e umane del Novecento. 
“Giro di posta” si lega al progetto europeo LeviNeT, coordinato da Martina Mengoni all’Università di Ferrara, che raccoglie e pubblica per la prima volta i carteggi tedeschi di Levi sul sito www.levinet.eu. L’iniziativa rappresenta un’occasione per approfondire il rapporto tra Primo Levi e l’Europa del dopoguerra, in un dialogo che continua a interrogare il presente. L’evento gode del patrocinio della Città di Torino, della Regione Piemonte e dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed è visitabile fino al 5 maggio 2025. 
Orari: dalle 10 alle 18; martedì chiuso. 
  
Le altre mostre

Il MAO – Museo d’Arte Orientale di via San Domenico, 11, a Torino, ospita la mostra «Hanauri. Il Giappone dei venditori di fiori», dedicata ai venditori di fiori giapponesi. Il progetto, curato dall’artista Linda Fregni Nagler, unisce fotografia storica e contemporanea, arricchendo il riallestimento della galleria giapponese con opere e materiali rari. 
La rassegna si concentra su un tema iconico: i venditori di fiori (hanauri), figure rappresentative del Giappone tra i periodi Edo e Meiji. Esposte 26 albumine del XIX secolo e una serie di opere realizzate dall’artista con tecniche dell’epoca, come stampe ai sali d’argento colorate a mano. L’allestimento include inoltre xilografie di maestri come Utagawa Kunisada e Koikawa Harumachi, oltre a raffinati kakemono e lacche, a sottolineare il legame tra fotografia e altre forme d’arte tradizionali.
Le fotografie della scuola di Yokohama, raccolte e rielaborate dall’artista nel corso di vent’anni, dialogano con stampe xilografiche ukiyo-e, tessuti, kimono e altre preziose testimonianze della cultura nipponica. Accanto al percorso espositivo, il MAO propone un focus sulle armature giapponesi della propria collezione, esposte nel Salone Mazzonis. 
Fino al 4 maggio. Orari: dalle 10 alle 18; lunedì chiuso.
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Prosegue, nella Pinacoteca Agnelli di Torino, la mostra «Arrivare in tempo», la più ampia retrospettiva mai realizzata sull’artista siciliano Salvo, che visse e lavorò a Torino per gran parte della sua vita. L’esposizione, visitabile fino al 25 maggio 2025, raccoglie la più ampia selezione mai realizzata delle sue opere, offrendo un viaggio completo attraverso la sua carriera artistica. 
Nato a Leonforte e trasferitosi a Torino dal 1956, Salvo ha inizialmente esplorato l’Arte Povera e l’arte concettuale, per poi concentrarsi esclusivamente sulla pittura dal 1973, andando controcorrente rispetto alle tendenze del periodo. Il percorso espositivo analizza i grandi cicli tematici che hanno segnato la sua produzione, come la riflessione sulla storia dell’arte, lo studio della luce e la ripetizione dei motivi pittorici, sempre in equilibrio tra tradizione e innovazione. 
Orari: dalle 10 alle 18, chiuso il lunedì.