Acchiappamostre di Anna Cavallera

La mostra della settimana

Aprirà al pubblico giovedì 17 aprile, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, la mostra “Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione”, dedicata alla bellezza ed al fascino del mondo femminile, da sempre focus della produzione artistica di ogni epoca. 
L’esposizione, prodotta dai Musei Reali di Torino in collaborazione con Arthemisia e curata da Annamaria Bava, presenta oltre 100 opere provenienti dalle collezioni dei Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze e da altre note istituzioni.
Tra le opere più celebri in mostra, spiccano la Venere di Botticelli, proveniente dalla Galleria Sabauda, la Dama con l’unicorno di Luca Longhi conservata a Castel Sant’Angelo e il Volto di fanciulla, disegno autografo di Leonardo da Vinci, esposto per la prima volta al pubblico, che costituisce un importante collegamento con il rinascimento artistico italiano. 
Undici le sezioni tematiche in cui si articola la rassegna, tra opere antiche e moderne, sculture, disegni e dipinti, dai capolavori di Botticelli e Lorenzo di Credi, al fascino di Alphonse Mucha e le rappresentazioni iconiche di Casa Savoia.
Le indagini diagnostiche sulla Venere di Botticelli, che saranno svelate per la prima volta in questa occasione, permetteranno di scoprire i ripensamenti dell’artista, offrendo una visione più approfondita del processo creativo. 
Un’attenzione particolare è riservata alla figura della Contessa di Castiglione, non solo simbolo di bellezza, ma anche di un ingegno seducente in grado di influenzare le dinamiche politiche del suo tempo. 
Il percorso si conclude con opere di Giovanni Grosso, Carlo Stratta e Cesare Saccaggi, insieme ai lavori di Alphonse Mucha, utili a definire la seduzione del corpo femminile in un’era di trasformazioni culturali. Info: www.arthemisia.it.
Alle ore 18 di giovedì 17 aprile, nella sala polivalente del Cdt, in Largo Barale 1 a Cuneo, verrà inaugurata la mostra “Liberazioni. 25 aprile 1945”, a cura dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo.
L’esposizione, presentata per la prima volta nel 2008, racchiude materiale fotografico proveniente da archivi diversi e viene oggi riallestita in occasione dell’80° Anniversario della Liberazione per narrare i giorni di fine aprile-maggio 1945 in provincia. Nelle immagini si percepisce il tumulto di quei giorni, le truppe tedesche in ritirata con la scia di sangue lasciata al loro passaggio, l’arresto dei fascisti, i funerali delle ultime vittime, ma anche l’esplosione della festa, con le sfilate dei partigiani in via Roma e piazza Galimberti, i militari alleati mescolati alla folla, le danze sul viale e i pranzi nelle trattorie. 
Ingresso libero, fino al 30 aprile nei seguenti orari: lunedì-venerdì 8,30-12,30 e 14,30-18; sabato e domenica 16-19; venerdì 25 aprile: 9-19; domenica 20 e lunedì 21: chiuso. Info: info@istitutoresistenzacuneo.it o 0171-444835, 349-1934153.
“Contrappunto”, è il titolo della mostra che unisce in un sodalizio artistico i lavori di due pittori, Ermanno Barovero e Ariel Soulé, e due scultori, Roberto Bricalli ed Elio Garis, ed è visitabile nella sede della Fondazione Giorgio Amendola, in via Tollegno 52 a Torino.
Dopo la prima tappa a Morbegno (Sondrio), la mostra itinerante sbarca a Torino fino al 3 maggio e chiuderà il suo percorso nelle sale di Palazzo Samone a Cuneo.
«Contrappunto, il titolo della mostra - spiega il curatore Luca Motto - sottolinea la molteplicità delle voci che, pur producendo un canto individuale e personale, formano un “insieme” armonico e coerente. L’arte è sempre un rito che mette ordine nella realtà e l’artista cerca sempre di rendere docile qualche aspetto incontrollabile della realtà. L’arte è incantesimo. Ci si arresta davanti a un dipinto, davanti a una scultura. La contemplazione è un’azione magica. L’arte è ordine. Ma l’ordine non è necessariamente giusto, benevolo. L’ordine può essere arbitrario, duro, crudele. L’artista è attratto piuttosto dall’ordine della moralità che non dalla moralità dell’ordine. L’artista non fa dell’arte per salvare gli uomini ma per salvare sé stesso».