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Il Vangelo della Domenica

Dal vangelo secondo san Giovanni  10,27-30

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

4ª DOMENICA DI PASQUA (C)


Quando parliamo di Gesù buon pastore, la prima immagine che ci viene in mente è quella del Maestro che tiene sulle spalle o tra le braccia una pecorella. È l’icona che i cristiani hanno raffigurato a partire dal terzo secolo. In questo capitolo 10 di Giovanni, non è tanto la tenerezza di Gesù che viene evidenziata, quanto piuttosto la forza e la determinazione di colui che difende, incoraggia, lotta per ciascuna delle pecore. La vita eterna che egli dà, è garantita non dai loro meriti, ma dall’iniziativa del pastore, dal suo coraggio, dal suo amore gratuito e incondizionato. Egli dà loro sicurezza, perché è il più forte di tutti e di tutto. 
Il pastore “conosce”, ha negli occhi e nel cuore la vita, così com’è, di ciascuna delle pecore, e a loro rivolge la sua voce, chiamandole a seguirlo, perché abbiano la vita eterna. 
Come riconoscere la sua, tra le tante voci del quotidiano? È necessario abituare l’orecchio. Se ascolto solo qualche minuto una persona e poi per un anno non la sento più, difficilmente sarò in grado di distinguerne la voce in mezzo al chiasso della folla. Se ascolto il vangelo una volta o due all’anno, non posso imparare a riconoscere la voce del Signore. Ecco, questo è quanto tocca a me: allenarmi. Impara ad ascoltare la mia voce – mi dice Gesù – come anch’io, uomo, ho imparato a riconoscere in ogni istante la tua. 
Entrare dentro la sua voce, lasciarsi guidare da essa, è accogliere il regalo divino della vita eterna, e non rischiare mai più di perderla. Quelle mani saranno la mia difesa, il mio rifugio, la mia sicurezza: “Nessuno ti strapperà dalla mia mano”. Nessuno! Allora, anche a chi ha sbagliato, il buon pastore ripete: le tue miserie, i tuoi errori, le tue scelte di morte, non riusciranno mai a sconfiggere l’amore di Dio, che ti renderà in grado di attraversare l’eternità. 
Gesù e il Padre sono una cosa sola, e lo sono “per noi”. Quelle “quattro mani” messe insieme sono la sicurezza contro l’abisso, la menzogna, il rapimento “in eterno”. Mani contro i lupi, mani impigliate nella mia vita fragile e quotidiana, mani che proteggono la mia esile fiamma, mani che non lanciano pietre, mani che sollevano chiunque è caduto o è stato buttato a terra, mani inchiodate in un abbraccio che non terminerà mai. È la certezza più bella della vita, posso riprendere il fiato del coraggio. 
Buona domenica.